L’unbundling (e il ritorno) di Teams dai pacchetti Microsoft e Office 365: cosa cambia e come ridurre i costi

Licenze stand-alone di Teams: da voce di costo aggiuntiva a nuova voce di prezzo

In questo approfondimento vediamo perché, con lo scorporo di Teams, le aziende hanno rischiato di subire un aumento dei costi ricorrenti senza ottenere un reale beneficio operativo, e condividiamo alcuni suggerimenti pratici per ottimizzare la spesa nella nuova configurazione post-novembre 2025.

La fase di unbundling (ottobre 2023-novembre 2025)

A partire dal 1° ottobre 2023, Microsoft ha avviato il processo di scorporo di Teams dai pacchetti Microsoft 365 e Office 365 per i clienti nel mercato europeo (EEA e Svizzera). Questa mossa è una risposta diretta all’indagine della Commissione Europea per presunto abuso di posizione dominante. 

In questa prima fase: 

  • I pianiEnterprise (es. Microsoft 365 E3/E5, Office 365 E1/E3/E5) non includono più Teams di default. È stata introdotta una versione no Teams a prezzo ridotto (circa −2 €/mese o −24 €/anno). 
  • Teams è diventato una licenza separata (SKU stand-alone), acquistabile a circa 5 €/utente/mese. 
  • I clienti già abbonati potevano mantenere il piano attuale con Teams incluso o passare alla variante senza Teams a prezzo ridotto.  
  • Per i pianiBusiness, quindi piccole imprese e lavoratori frontline, restava disponibile la suite con Teams, ma con in parallelo una versione senza Teams a un prezzo più basso (circa 1–2 € al mese). 


Dal 
1° aprile 2024 questa nuova struttura era stata estesa a livello globale: per tutti i nuovi abbonamenti Enterprise nel mondo, Teams era più incluso nelle suite e doveva essere acquistato come licenza separata. I piani con Teams incluso restavafno disponibili solo per i clienti già esistenti, fino a rinnovo o modifica del contratto. 

Microsoft ha trasformato un vincolo normativo in un’opportunità commerciale: da un lato, l’operazione aumentava i ricavi (e quindi i costi per i clienti), dall’altro posiziona Teams come un prodotto che, se valutato singolarmente, può risultare più economico rispetto ad alternative come Zoom o Slack — proprio il competitor che ha dato avvio alla denuncia alla Commissione. 

Una voce in più sul budget


L’effetto pratico è che 
Teams è diventato a tutti gli effetti una nuova voce di costo nei budget IT. Secondo Forrester, l’operazione equivale a un aumento mascherato dei prezzi per molte organizzazioni, soprattutto quelle che, prima dello scorporo, lo ricevevano incluso nei bundle senza costi aggiuntivi.  

Mapping tabella diForrester riportata nell’articolo citato fotografa bene l’effetto dello scorporo di Microsoft Teams dai pacchetti Microsoft 365 e Office 365: a parità di funzionalità, oggi le aziende devono acquistare due licenze separate — la suite “no Teams” e la licenza Teams stand-alone — con un incremento medio di circa 3 dollari al mese per utente. 

In termini assoluti l’aumento era simile per tutti i piani, ma l’impatto percentuale cambia molto. Nei pacchetti più economici, come Office 365 E1, il prezzo passava da 10 a 13 dollari al mese, con un salto del 30%: un colpo pesante per chi ha scelto questo piano per contenere i costi. Sul piano Office 365 E3, l’aumento era del 13%, mentre su Office 365 E5 scendeva al 7,9%. 

Anche in casa Microsoft 365 la logica è la stessa: M365 E3 passava da 36 a 39 dollari (+8,3%), mentre M365 E5 da 57 a 60 dollari (+5,3%), l’aumento più contenuto in percentuale ma comunque rilevante in valore assoluto quando si parla di centinaia o migliaia di licenze. 

Il messaggio era chiaro: il costo aggiuntivo di Teams pesa di più sui piani base, ma in ogni caso si traduceva in un incremento ricorrente che, su grandi volumi, poteva generare cifre importanti. Per esempio, un’azienda con 500 utenti su Office 365 E1 si sarebbe trovata a spendere circa 18.000 dollari in più all’anno solo per mantenere lo stesso perimetro di servizi. 

Aumento dei costi: cosa si poteva fare  


Con lo scorporo di Teams, le aziende che non analizzavano attentamente il proprio reale fabbisogno rischiano di trovarsi a pagare licenze in eccesso e a subire
un aumento dei costi ricorrenti senza un corrispondente beneficio operativo. 
Per contenere l’impatto economico e garantire allo stesso tempo la piena conformità, è utile adottare alcune buone pratiche: 

  • Verificare il fabbisogno reale: valutare se tutti i dipendenti per cui è previsto un abbonamento Microsoft 365 hanno davvero bisogno di un’applicazione per chat, videoconferenze e condivisione file. In alcuni casi, le funzioni di collaborazione già presenti in altri strumenti aziendali potrebbero essere sufficienti.
  • Eliminare licenze inutilizzate: implementare un monitoraggio continuo — tramite strumenti di Software Asset Management (SAM) evoluti — per intercettare licenze Teams non più in uso, ad esempio a seguito di dimissioni o cambi di ruolo.
  • Pianificare scenari ibridi: valutare se sia realmente necessario estendere Teams a tutta l’organizzazione o se sia più efficiente riservarlo a specifici reparti, combinandolo con altre soluzioni già in uso per ridurre l’esborso complessivo.

Update 2025: Teams torna nei bundle (ma con differenze di prezzo) 

A sorpresa, Microsoft ha annunciato che dal 1° novembre 2025 Teams tornerà incluso nelle suite Microsoft 365 e Office 365. La “separazione” è durata quindi due anni, ma la reintroduzione non è un ritorno al passato: 

Saranno disponibili due varianti per ogni suite: con Teams e senza Teams. Per conformarsi all’accordo con la Commissione Europea, Microsoft applicherà un delta di prezzo globale tra le due opzioni: 

  • M365 E3/E5, O365 E3/E5 +8 € (8,55 $) 
  • M365 Business Standard/Premium +3 € (3,21 $) 
  • M365 F3 +1 € (1,07 $) 


In questo modo i clienti hanno maggiore scelta e trasparenza, ma potrebbero esserci piccoli aumenti per chi oggi ha Teams incluso di default: i listini aggiornati non sono ancora ufficiali, ma diversi analisti prevedono possibili rialzi.
 

Conclusione: più scelta, ma attenzione ai costi nascosti 


Il percorso di Microsoft dimostra come dietro ogni cambiamento ci sia una strategia commerciale, non solo una questione di conformità normativa.
 

Per le aziende significa che monitorare i contratti e i consumi è cruciale: 

  • ieri con lo scorporo, per evitare di pagare doppio, 
  • domani con il ritorno nei bundle, per non sottovalutare i delta di prezzo e gli effetti sui contratti legacy.

At WEGG supportiamo i clienti proprio in questo: analizzare scenari, ottimizzare licenze Microsoft 365/Office 365 (here as well un esempio del nostro approccio) e individuare margini di risparmio, anche in un contesto in continua evoluzione.

Licenze stand-alone di Teams: da voce di costo aggiuntiva a nuova voce di prezzo

In questo approfondimento vediamo perché, con lo scorporo di Teams, le aziende hanno rischiato di subire un aumento dei costi ricorrenti senza ottenere un reale beneficio operativo, e condividiamo alcuni suggerimenti pratici per ottimizzare la spesa nella nuova configurazione post-novembre 2025.

La fase di unbundling (ottobre 2023-novembre 2025)

A partire dal 1° ottobre 2023, Microsoft ha avviato il processo di scorporo di Teams dai pacchetti Microsoft 365 e Office 365 per i clienti nel mercato europeo (EEA e Svizzera). Questa mossa è una risposta diretta all’indagine della Commissione Europea per presunto abuso di posizione dominante. 

In questa prima fase: 

  • I pianiEnterprise (es. Microsoft 365 E3/E5, Office 365 E1/E3/E5) non includono più Teams di default. È stata introdotta una versione no Teams a prezzo ridotto (circa −2 €/mese o −24 €/anno). 
  • Teams è diventato una licenza separata (SKU stand-alone), acquistabile a circa 5 €/utente/mese. 
  • I clienti già abbonati potevano mantenere il piano attuale con Teams incluso o passare alla variante senza Teams a prezzo ridotto.  
  • Per i pianiBusiness, quindi piccole imprese e lavoratori frontline, restava disponibile la suite con Teams, ma con in parallelo una versione senza Teams a un prezzo più basso (circa 1–2 € al mese). 


Dal 
1° aprile 2024 questa nuova struttura era stata estesa a livello globale: per tutti i nuovi abbonamenti Enterprise nel mondo, Teams non è più incluso nelle suite e deve essere acquistato come licenza separata. I piani con Teams incluso restano disponibili solo per i clienti già esistenti, fino a rinnovo o modifica del contratto. 

Microsoft ha trasformato un vincolo normativo in un’opportunità commerciale: da un lato, l’operazione aumenta i ricavi (e quindi i costi per i clienti), dall’altro posiziona Teams come un prodotto che, se valutato singolarmente, può risultare più economico rispetto ad alternative come Zoom o Slack — proprio il competitor che ha dato avvio alla denuncia alla Commissione. 

Una voce in più sul budget


L’effetto pratico è che 
Teams diventa a tutti gli effetti una nuova voce di costo nei budget IT. Secondo Forrester, l’operazione equivale a un aumento mascherato dei prezzi per molte organizzazioni, soprattutto quelle che, prima dello scorporo, lo ricevevano incluso nei bundle senza costi aggiuntivi.  

Mapping tabella diForrester riportata nell’articolo citato fotografa bene l’effetto dello scorporo di Microsoft Teams dai pacchetti Microsoft 365 e Office 365: a parità di funzionalità, oggi le aziende devono acquistare due licenze separate — la suite “no Teams” e la licenza Teams stand-alone — con un incremento medio di circa 3 dollari al mese per utente. 

In termini assoluti l’aumento è simile per tutti i piani, ma l’impatto percentuale cambia molto. Nei pacchetti più economici, come Office 365 E1, il prezzo passa da 10 a 13 dollari al mese, con un salto del 30%: un colpo pesante per chi ha scelto questo piano per contenere i costi. Sul piano Office 365 E3, l’aumento è del 13%, mentre su Office 365 E5 scende al 7,9%. 

Anche in casa Microsoft 365 la logica è la stessa: M365 E3 passa da 36 a 39 dollari (+8,3%), mentre M365 E5 da 57 a 60 dollari (+5,3%), l’aumento più contenuto in percentuale ma comunque rilevante in valore assoluto quando si parla di centinaia o migliaia di licenze. 

Il messaggio è chiaro: il costo aggiuntivo di Teams pesa di più sui piani base, ma in ogni caso si traduce in un incremento ricorrente che, su grandi volumi, può generare cifre importanti. Per esempio, un’azienda con 500 utenti su Office 365 E1 si troverebbe a spendere circa 18.000 dollari in più all’anno solo per mantenere lo stesso perimetro di servizi. 

Aumento dei costi: cosa possiamo fare  


Con lo scorporo di Teams, le aziende che non analizzavano attentamente il proprio reale fabbisogno rischiavano di trovarsi a pagare licenze in eccesso e a subire
un aumento dei costi ricorrenti senza un corrispondente beneficio operativo. 
Per contenere l’impatto economico e garantire allo stesso tempo la piena conformità, era utile adottare alcune buone pratiche: 

  • Verificare il fabbisogno reale: valutare se tutti i dipendenti per cui era previsto un abbonamento Microsoft 365 hanno davvero bisogno di un’applicazione per chat, videoconferenze e condivisione file. In alcuni casi, le funzioni di collaborazione già presenti in altri strumenti aziendali potevano essere sufficienti.
  • Eliminare licenze inutilizzate: implementare un monitoraggio continuo — tramite strumenti di Software Asset Management (SAM) evoluti — per intercettare licenze Teams non più in uso, ad esempio a seguito di dimissioni o cambi di ruolo.
  • Pianificare scenari ibridi: valutare se fosse realmente necessario estendere Teams a tutta l’organizzazione o se sia più efficiente riservarlo a specifici reparti, combinandolo con altre soluzioni già in uso per ridurre l’esborso complessivo.

La reintegrazione di Teams (novembre 2025): cosa è cambiato

Dal 1° novembre 2025 Teams è tornato incluso nelle suite Microsoft 365 e Office 365, ma con una struttura profondamente diversa rispetto al passato. La fase di unbundling, durata circa due anni, si è conclusa con un accordo formale con la Commissione Europea. 

Il 12 settembre 2025 la Commissione Europea ha accettato gli impegni vincolanti di Microsoft su pricing, bundling e interoperabilità, chiudendo definitivamente il caso antitrust avviato a seguito dei reclami di Slack (ora proprietà di Salesforce) e alfaview GmbH. Microsoft evita così sanzioni che avrebbero potuto raggiungere il 10% del fatturato annuo mondiale. 

Gli impegni vincolanti di Microsoft 

Nell’ambito degli impegni, Microsoft: 

  • renderà disponibili versioni di queste suite senza Teams e a un prezzo ridotto 
  • consentirà ai clienti con licenze a lungo termine di passare a suite senza Teams 
  • fornirà l’interoperabilità per le funzionalità chiave tra gli strumenti di comunicazione e collaborazione che competono con Teams e determinati prodotti Microsoft 
  • consentirà ai clienti di trasferire i propri dati fuori da Teams per facilitare l’uso di soluzioni concorrenti 

Questi impegni rimarranno in vigore per sette anni, mentre gli impegni relativi all’interoperabilità e alla portabilità dei dati rimarranno in vigore per dieci anni. L’implementazione sarà monitorata da un fiduciario indipendente. 

La nuova struttura: doppia opzione 

Oggi sono disponibili due varianti per ogni suite: con Teams e senza Teams. Per conformarsi all’accordo con la Commissione Europea, Microsoft ha implementato un sistema di delta di prezzo globale: 

Suite senza Teams: riduzione di circa 6,30 $/utente/mese sui piani E3/E5 
Teams standalone: aumento di circa 3,30 $/utente/mese 

I delta di prezzo tra le due opzioni sono i seguenti: 

  • M365 E3/E5, O365 E3/E5: +8 € (8,55 $) 
  • M365 Business Standard/Premium: +3 € (3,21 $) 
  • Microsoft 365 Business Basic: +1,50 € (1,60 $) 
  • M365 F3: +1 € (1,07 $) 

Durante il test di mercato condotto dalla Commissione tra maggio e giugno 2025, Microsoft ha aumentato del 50% la differenza di prezzo tra alcune suite senza Teams e quelle con Teams, rendendo l’offerta più trasparente e competitiva. 

Cosa devono fare i clienti esistenti 

In conclusion clienti con contratti attivi non devono migrare immediatamente. È possibile mantenere i contratti attuali fino al termine del periodo di fatturazione e scegliere la variante preferita (con o senza Teams) solo al momento del rinnovo. I dettagli dipendono dal tipo di contratto e dal canale di acquisto. 

Con la nuova configurazione post-novembre 2025, le aziende hanno ora maggiore flessibilità ma devono fare scelte consapevoli: 

  1. Valutare il reale utilizzo di Teams
    Prima del rinnovo, analizzare quanti utenti utilizzano effettivamente Teams. Non tutti i ruoli necessitano delle funzionalità di collaborazione avanzate.
  2. Scegliere la configurazione ottimale
    Confrontare il costo della suite con Teams incluso rispetto all’acquisto separato di suite “no Teams” + licenze Teams standalone solo per chi ne ha bisogno.
  3. Considerare le alternative
    Grazie agli impegni di interoperabilità vincolanti per dieci anni, oggi è più facile integrare soluzioni alternative (Slack, Zoom, Google Meet) con l’ecosistema Microsoft 365. I competitor possono ora incorporare le Office Web Applications nei propri prodotti e integrarsi meglio con Outlook, Word ed Excel.
  4. Sfruttare la portabilità dei dati
    Microsoft è obbligata a consentire l’estrazione dei dati di messaggistica da Teams per facilitare il passaggio a soluzioni concorrenti. Questo elimina uno dei principali ostacoli al cambio di piattaforma.
  5. Monitorare i consumi
    Implementare sistemi di Software Asset Management (SAM) per tracciare l’utilizzo effettivo e ottimizzare continuamente il parco licenze.
  6. Pianificare i rinnovi strategicamente
    Al momento del rinnovo contrattuale, valutare attentamente quale configurazione conviene economicamente, considerando i delta di prezzo e il numero effettivo di utenti che necessitano di Teams.

 
 
Hai bisogno di supporto relativamente alle licenze di Teams o in generale di Microsoft/Office 365?  
Contact us at [email protected] for a consultation! 

02-s pattern02

Hai bisogno di supporto relativamente alle licenze di Teams o di M365?

CONTACT US TO LEARN MORE!