Home > La radiografia che salva il progetto: come prevenire incomprensioni tra business e IT grazie allo sviluppo visivo
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In questo articolo andremo ad approfondire i vantaggi di uno dei punti cardine delle metodologie low-code: lo sviluppo visivo. Parleremo del perché questo tipo di sviluppo rappresenta un asset non solo per i tecnici, ma anche per la componente business.
Le piattaforme di sviluppo low-code stanno progressivamente sostituendo lo sviluppo tradizionale in diversi ambiti dell’informatica, inclusa la digitalizzazione dei processi aziendali, un percorso che molte imprese hanno già intrapreso.
Tuttavia, guardando i dati del Digital Transformation Index 2024, si può vedere che solo il 28% delle aziende ha adottato una strategia strutturata di digitalizzazione, mentre il 60% si trova in una fase intermedia, caratterizzata da una trasformazione parziale e priva di una visione d’insieme.
Perché così tante aziende restano intrappolate in questo limbo, definito segregated digital, dove prevalgono soluzioni out-of-the-box? Per chi non lo sapesse, si tratta di prodotti già sviluppati e pronti all’uso che permettono di configurare rapidamente applicazioni operative.
Si tratta di un approccio che porta con sé un limite significativo: l’adozione scomposta di prodotti ad hoc per ogni singola funzione aziendale non è veramente una digitalizzazione e porta con sé costi aggiuntivi dovuti a customizzazioni ed integrazioni fra sistemi che non sono nati per coordinarsi.
Ma quindi, perché si verifica questa situazione? La risposta è molto semplice, e l’ho potuta confermare partecipando alle fasi di presales di diversi progetti: il business ha bisogno di vedere il prima possibile un prototipo funzionante dell’applicazione commissionata.
Per questo motivo si opta spesso per prodotti out of the box, che essendo già sviluppati e solo da configurare, permettono ai clienti di avere un’anteprima immediata di ciò che sarà il risultato finale. Questo fa sì che il business inizi il progetto con maggiore fiducia.
È nato quindi il bisogno di piattaforme che possano conciliare l’eterogeneità di diversi tipi di sviluppo con l’urgenza di un output visivo. Proprio per questo, ci vengono in soccorso le tecnologie low-code.
“Ciò che vedi è ciò che otterrai” è uno dei principi cardine delle piattaforme low-code.
Questo approccio di sviluppo si basa su un ambiente visivo in cui l’interfaccia utente – con testi, pulsanti, icone e altri elementi – viene costruita direttamente durante la programmazione. In pratica, front-end and back-end vengono collegati sin dall’inizio, e il focus sul front-end consente un confronto immediato con il business.
Non è più necessario attendere che la logica applicativa venga sviluppata e che l’interfaccia grafica venga costruita separatamente per poterla verificare: i due aspetti nascono e si evolvono insieme, accelerando il processo di sviluppo e migliorando l’allineamento con le esigenze aziendali.
Ma l’interfaccia e le pagine di un’applicazione non sono gli unici strumenti visivi offerti dalle tecnologie low-code development. Piattaforme avanzate, come connector, permettono di rappresentare graficamente anche le funzionalità dell’applicazione, rendendo lo sviluppo ancora più intuitivo ed accessibile.
At WEGG -The Impact Factory abbiamo scelto questa tecnologia come piattaforma low-code development di riferimento per i nostri progetti funzionali. Gli strumenti che offre ci permettono di deliverare soluzioni di qualità, allineate alle esigenze del business e capaci di rispettarne le aspettative.
Approfondiamo quindi come connector supporta questo approccio di sviluppo e ne amplifica i vantaggi.
La logica come flusso: i diversi flows di Mendix
Andiamo a spiegare quali sono gli strumenti messi a disposizione da Mendix per rappresentare la logica delle applicazioni su diversi livelli di astrazione:
Questo strumento è particolarmente utile per definire il comportamento di grosse sezioni del sistema e trovare subito errori nella logica o disallineamenti tra cliente e IT.
Grazie a queste rappresentazioni visive, IT e business possono finalmente parlare lo stesso linguaggio e confrontarsi in modo più efficace. Se dovessero emergere fraintendimenti, il team IT potrebbe identificarli subito, senza dover attendere la fase di test, evitando così correzioni tardive e costose.
A questo punto, possiamo chiederci: abbiamo davvero tutti gli strumenti necessari per creare un prodotto che rispecchi al 100% le aspettative del business?
La risposta è che, per quanto fondamentale, la padronanza dello sviluppo visivo non è sufficiente da sola per raggiungere questo obiettivo. C’è un elemento chiave che permette di valorizzare al massimo l’aspetto visivo dello sviluppo low-code development ed è l’analisi funzionale.
When we talk about rappresentazione grafica della logica applicativa, è naturale dedicare un momento anche al processo di analisi funzionale.
L’uso di schemi e diagrammi per rappresentare i processi è una pratica consolidata nell’informatica, ben prima dell’avvento delle piattaforme low-code development. Infatti, è una delle metodologie consigliate per formalizzare i requisiti di un progetto. Tuttavia, secondo la mia esperienza, questi grafi vengono raramente utilizzati nella pratica. Nella maggior parte dei casi, si preferisce formalizzare i requisiti in linguaggio naturale, poiché è più vicino a quello utilizzato dal cliente.
Il problema del linguaggio naturale, però, è la sua ambiguità: le informazioni possono essere interpretate in modi diversi, aumentando il rischio di fraintendimenti e portando a uno sviluppo che si discosta dalle reali esigenze del business.
Per evitare queste problematiche, in WEGG abbiamo scelto di allineare la fase di analisi funzionale allo sviluppo low-code development. Utilizzando una rappresentazione grafica ad alto livello della logica dell’applicazione, otteniamo un duplice vantaggio:
Grazie a questa metodologia, i flussi validati possono essere riprodotti direttamente nello sviluppo, senza la necessità di tradurli in un altro linguaggio. Questo garantisce che l’applicazione finale rispecchi esattamente le richieste del business, riducendo il rischio di deviazioni e ottimizzando il processo di sviluppo.
Nei progetti digitali, la fase di sviluppo è spesso percepita dalla componente business come una scatola nera, generando ansia ed incertezza sul risultato finale.
Grazie alle tecnologie low-code development, però, è possibile creare un terreno comune tra IT e business, offrendo a quest’ultimo una sorta di radiografia del processo di sviluppo. Questo consente di monitorare lo stato del progetto in modo chiaro e trasparente, riducendo le preoccupazioni e garantendo che la sua evoluzione sia sempre sotto controllo.
In questo modo, il business può dormire sonni tranquilli, sapendo che la salute del proprio progetto è in buone mani—le sue!
Article written by Virginia Lazzari, Business Consultant in WEGG.
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