Home > L’unbundling (e il ritorno) di Teams dai pacchetti Microsoft e Office 365: cosa cambia e come ridurre i costi
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Licenze stand-alone di Teams: una nuova voce di costo nei budget IT
In questo approfondimento vediamo perché, con lo scorporo di Teams, le aziende rischiano di subire un aumento dei costi ricorrenti senza ottenere un reale beneficio operativo, e condividiamo alcuni suggerimenti pratici per ottimizzare la spesa.
A partire dal 1° ottobre 2023, Microsoft ha avviato il processo di scorporo di Teams dai pacchetti Microsoft 365 e Office 365 per i clienti nel mercato europeo (EEA e Svizzera). Questa mossa è una risposta diretta all’indagine della Commissione Europea per presunto abuso di posizione dominante.
In questa prima fase:
Dal 1° aprile 2024 questa nuova struttura era stata estesa a livello globale: per tutti i nuovi abbonamenti Enterprise nel mondo, Teams non è più incluso nelle suite e deve essere acquistato come licenza separata. I piani con Teams incluso restano disponibili solo per i clienti già esistenti, fino a rinnovo o modifica del contratto.
Microsoft ha trasformato un vincolo normativo in un’opportunità commerciale: da un lato, l’operazione aumenta i ricavi (e quindi i costi per i clienti), dall’altro posiziona Teams come un prodotto che, se valutato singolarmente, può risultare più economico rispetto ad alternative come Zoom o Slack — proprio il competitor che ha dato avvio alla denuncia alla Commissione.
L’effetto pratico è che Teams diventa a tutti gli effetti una nuova voce di costo nei budget IT. Secondo Forrester, l’operazione equivale a un aumento mascherato dei prezzi per molte organizzazioni, soprattutto quelle che, prima dello scorporo, lo ricevevano incluso nei bundle senza costi aggiuntivi.
La tabella di Forrester riportata nell’articolo citato fotografa bene l’effetto dello scorporo di Microsoft Teams dai pacchetti Microsoft 365 e Office 365: a parità di funzionalità, oggi le aziende devono acquistare due licenze separate — la suite “no Teams” e la licenza Teams stand-alone — con un incremento medio di circa 3 dollari al mese per utente.
In termini assoluti l’aumento è simile per tutti i piani, ma l’impatto percentuale cambia molto. Nei pacchetti più economici, come Office 365 E1, il prezzo passa da 10 a 13 dollari al mese, con un salto del 30%: un colpo pesante per chi ha scelto questo piano per contenere i costi. Sul piano Office 365 E3, l’aumento è del 13%, mentre su Office 365 E5 scende al 7,9%.
Anche in casa Microsoft 365 la logica è la stessa: M365 E3 passa da 36 a 39 dollari (+8,3%), mentre M365 E5 da 57 a 60 dollari (+5,3%), l’aumento più contenuto in percentuale ma comunque rilevante in valore assoluto quando si parla di centinaia o migliaia di licenze.
Il messaggio è chiaro: il costo aggiuntivo di Teams pesa di più sui piani base, ma in ogni caso si traduce in un incremento ricorrente che, su grandi volumi, può generare cifre importanti. Per esempio, un’azienda con 500 utenti su Office 365 E1 si troverebbe a spendere circa 18.000 dollari in più all’anno solo per mantenere lo stesso perimetro di servizi.
Con lo scorporo di Teams, le aziende che non analizzano attentamente il proprio reale fabbisogno rischiano di trovarsi a pagare licenze in eccesso e a subire un aumento dei costi ricorrenti senza un corrispondente beneficio operativo.
Per contenere l’impatto economico e garantire allo stesso tempo la piena conformità, è utile adottare alcune buone pratiche:
Update 2025: Teams torna nei bundle (ma con differenze di prezzo)
A sorpresa, Microsoft ha annunciato che dal 1° novembre 2025 Teams tornerà incluso nelle suite Microsoft 365 e Office 365. La “separazione” è durata quindi due anni, ma la reintroduzione non è un ritorno al passato:
Saranno disponibili due varianti per ogni suite: con Teams e senza Teams. Per conformarsi all’accordo con la Commissione Europea, Microsoft applicherà un delta di prezzo globale tra le due opzioni:
In questo modo i clienti hanno maggiore scelta e trasparenza, ma potrebbero esserci piccoli aumenti per chi oggi ha Teams incluso di default: i listini aggiornati non sono ancora ufficiali, ma diversi analisti prevedono possibili rialzi.
Conclusione: più scelta, ma attenzione ai costi nascosti
Il percorso di Microsoft dimostra come dietro ogni cambiamento ci sia una strategia commerciale, non solo una questione di conformità normativa.
Per le aziende significa che monitorare i contratti e i consumi è cruciale:
In WEGG supportiamo i clienti proprio in questo: analizzare scenari, ottimizzare licenze Microsoft 365/Office 365 (qui un esempio del nostro approccio) e individuare margini di risparmio, anche in un contesto in continua evoluzione.
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