Il pensiero comune riguardo a queste installazioni è quello che segue: non essendo il download intenzionale, ma “forzato” da un ente esterno (in questo caso l’agenzia fiscale della PA italiana), chi scarica non è responsabile per l’utilizzo di Java (e di conseguenza per la licenza).
Come regola generale potrebbe anche essere valida, ma non dobbiamo tralasciare nulla: quando scopriamo eventuali dipendenze applicative da Java per software di terze parti, dobbiamo andare a leggere quali sono i programmi ISV (Indipendent Software Vendor) per scoprire l’effettiva responsabilità dell’utilizzo di Java.
I programmi ISV sono quelle relazioni tra chi produce una soluzione completa e chi fornisce degli strumenti affinché quella soluzione funzioni e quindi nel nostro caso Oracle con Java. Dalla lettura degli ISV, possono emergere due casi:
- Dove espressamente indicato, la licenza per Java è in carico a chi ha fornito il software
- Dove non è stata fatta menzione alcuna a Java, la licenza è in carico a chi ha effettuato il download
Facciamo degli esempi relativi agli ISV.
La software house ACME, affinché il suo software funzioni, ha bisogno di integrare nello stesso anche Oracle Java: pertanto ha stretto un accordo con Oracle in cui si riporta che è ACME che dà il diritto di utilizzare Java e si assume verso Oracle tutte le responsabilità del caso. Se pensiamo al suo largo impiego nella PA, nella ristorazione ad esempio, la non responsabilità sulla licenza ci permette di tirare un sospiro di sollievo.
Diverso è il caso di BLOB: sa che, affinché il suo software possa funzionare, sul client dove girerà il suo applicativo deve essere installato anche Oracle Java ma decide di non fare alcun accordo con Oracle. BLOB lascia all’utente del suo prodotto la responsabilità di ottemperare ad eventuali obblighi verso Oracle.
Ritorniamo al caso dell’Agenzia delle Entrate: chi è responsabile per Oracle Java? C’è un programma ISV tra l’autorità e Oracle? Siamo nel secondo scenario: non risulta esserci alcun accordo tra Oracle e l’Agenzia delle Entrate, per cui l’eventuale licenza di Java è in carico all’utente finale.
A questo punto, dobbiamo valutare le opzioni sul piatto.
La prima idea che ci può venire è presto confutata: dalle prove fatte, gli applicativi dell’Agenzia non funzionano con OpenJDK; pertanto, non possiamo pensare di sostituire Oracle Java con OpenJDK. Quindi per forza di cose dobbiamo avere Oracle Java installato: è un problema?
Abbiamo verificato che gli applicativi dell’Agenzia delle Entrate funzionano con Oracle Java 1.8, versione 202. Quindi funzionano con una versione che risponde ancora alla Binary Code License (BCL), un agreement che prevede l’utilizzo libero in caso di “general purpose”.
Nel General Purpose rientrano tutte quelle attività che sono a supporto della nostra quotidianità aziendale e non concorrono al nostro – per usare le parole di Oracle – «internal business». Quindi, se effettivamente l’utilizzo degli applicativi dell’Agenzia delle Entrate rientra nei casi previsti del General Purpose (e qui è da appurare con il vendor), l’utilizzo NON è soggetto al pagamento della licenza.
Quello che è certo che ogni applicativo software che utilizza Java potrebbe avere uno scenario differente, per cui si consiglia un’indagine approfondita delle dipendenze applicative e delle responsabilità di licenza per Java. Soprattutto in virtù degli elevati costi di licenza che ci aspettano con la nuova metrica, è indispensabile valutare tutte le alternative. Ne abbiamo parlato anche nel nostro ultimo webinar (qui il link per ottenere la registrazione).
In WEGG siamo esperti di licensing Java, quindi se hai bisogno di supporto per approfondire queste tematiche non esitare a contattarci.
Articolo a firma di Giulio Gregori, SAM/ITAM Consultant di WEGG