Contratti Microsoft: tipologie, canali e condizioni a confronto per capire l’impatto sui costi e sul licensing

Per una maggiore comprensione di come Microsoft struttura la propria offerta commerciale

In questo articolo analizziamo le principali tipologie di contratti Microsoft, spiegando in modo chiaro come funzionano e come le diverse condizioni possano influire sui costi e sulla gestione delle licenze, così da rendere più semplice valutarne l’impatto sul budget e sulle operazioni aziendali. 

A parità di licenza, il prezzo può variare fino al 40% da un’azienda all’altra.

Prendiamo Microsoft 365 E3, con un prezzo di listino pubblico di circa 35 €/utente/mese: può costare 29 € o 40 € e su 1.000 utenti la differenza supera i 130.000 € all’anno, senza che il prodotto cambi di una virgola. 

Non parliamo di sconti “misteriosi” o di errori di listino: la variabilità è tutta nellastruttura contrattuale Microsoft. 
Un elemento spesso invisibile a chi guarda solo il prezzo di copertina, ma che crea condizioni capaci di impattare sul budget, sulla flessibilità operativa e sulla gestione delle licenze e sulla compliance 

Il principio è semplice: ciò che paghi e le relative condizioni (come, quando e a quali regole puoi usare e modificare le licenze) dipende dal tipo di accordoche stipuli e dallivello di impegnoche accetti.

Il Microsoft Enterprise Agreement (EA) storicamente è uno dei contratti di licenza Microsoft più utilizzati dalle grandi organizzazioni con almeno 500 o più utenti/dispositivi in quanto permette di concedere in licenza i servizi cloud Microsoft e/o il software on-premise per un periodo di tre anni con una gestione centralizzata delle licenze e sconti basati sul volume.  

A partire da gennaio 2025, come annunciato nel blog post del 12 novembre di Nicole Dezen, Chief Partner Officer and Corporate Vice President, Global Partner Solutions, alcuni contratti Enterprise Agreement (EA) per il cloud del mercato diretto, non saranno più rinnovabili in base all’attuale quadro EA. Microsoft inizierà a comunicare ai clienti interessati – secondo il blog “a small percentage” – che il rinnovo dell’EA non sarà più possibile a inizio anno.  

In sostituzione all’EA, Microsoft andrà a proporre a questi clienti il Microsoft Customer Agreement for enterprise (MCA-E), l’evoluzione digitale dell’EA tradizionale), mentre ai clienti SMC (per MS sono le aziende con meno di 3000 utenti), le opzioni consigliate saranno il Cloud Solution Provider (CSP) Program (se si cerca un’esperienza di servizi e assistenza tramite partner) o l’MCA-E (se si preferisce un rapporto di acquisto diretto o in modalità acquisto per utente).  

Questa decisione di Microsoft mira a rafforzare il suo ecosistema di partner nel segmento dei piccoli e medi clienti (SMC) che ricordiamo essere le aziende con meno di 3000 utenti. Sempre nel blog post, Nicole Dezen sottolinea la volontà di sostenere le esigenze di questo segmento, destinando il 70% degli incentivi totali ai partner che lo seguono.  

Il mercato pare molto profittevole: secondo i dati IDC di ottobre 2024 il TAM (Total Addressable Market) per le SMC nel FY25 sarà di 661 miliardi di dollari (di cui 467 miliardi di dollari in soluzioni cloud) e con un tasso di crescita annuale del 15% (20% per il cloud) nei prossimi 4 anni.  

Con uncontratto Enterprise Agreement (EA), tipico delle grandi organizzazioni, firmi un contratto triennale e mantieni un numero minimo di licenze, ottenendo in cambio sconti a doppia cifra rispetto al listino. All’opposto, con un acquistomensile tramite Cloud Solution Provider (CSP), hai massima flessibilità – licenze aggiunte o rimosse quasi in tempo reale – ma a un costo maggiorato che può superare il 30%. 
 
Ci sono differenze anche sul fronte compliance: nell’EA le condizioni sono più strutturate, con audit e rendicontazioni formali periodiche, il che offre maggiore stabilità e tracciabilità in caso di verifiche. Nel CSP, la gestione è più snella e decentralizzata, ma richiede attenzione costante per evitare utilizzi non conformi, dato che la flessibilità riduce i margini di “controllo automatico” del contratto.

Committed vs Transactional e volume di licenza: perché contano

Dopo aver visto come il tipo di contratto possa influenzare il prezzo di una licenza fino al 40%, il passo successivo è capire due variabili che Microsoft usa per segmentare i clienti: il livello di impegno (committed vs transactional) e il volume di licenza. 

Microsoft, infatti, non vende licenze allo stesso modo a tutti. 

  • Enterprise (500+ utenti): accesso a contratti come EA o MCA-E, con sconti di volume*, Software Assurance e piani di pagamento pluriennali. 
  • Corporate (50-500 utenti): tipicamente contratti come MCA o MPSA, con meno benefit strutturati ma più flessibilità. 
  • SMB (<50 utenti): canali diretti o il vecchio modello Open (in fase di dismissione), senza accesso alle logiche di sconto enterprise. 

 

Qui entra in gioco la variabilelivello di impegno: 

  • Committed = ti impegni per 12 o 36 mesi a mantenere un numero minimo di licenze, ottenendo in cambio sconti significativi e benefici extra.  
  • Transactional = paghi mese per mese senza vincoli minimi, con massima flessibilità per aumentare o ridurre licenze in tempo reale, ma a un prezzo più alto e con meno benefit. 

 

La matrice di accessibilità definisce quindi non solo quali contratti puoi firmare in base alla dimensione aziendale, ma anche se puoi accedere a tariffe “committed” più convenienti o se è più appropriato un approccio “transactional”. 
Alcuni vantaggi — come sconti di volume, Software Assurance o piani di pagamento triennali — restano Enterprise-only. 

*Aggiornamento importante – Agosto 2025 
Microsoft ha annunciato che dal1° novembre 2025eliminerà iPrice Level discountsper i servizi online nei contratti Enterprise Agreement (EA)eMicrosoft Products and Services Agreement (MPSA). Questo significa che i prezzi dei livelli B, C e D saranno allineati a quelli del livello A (prezzo pubblico). Ne abbiamo parlato in un approfondimento ad hoc.

Una veloce panoramica sui contratti Microsoft per Enterprise

I contratti tipicamente per aziende Enterprise, quindi con un minimo di 500 utenti, sono:  

  • Microsoft Enterprise Agreement (EA)  
    Il Microsoft Enterprise Agreement (EA) è il contratto tradizionale pensato per le grandi organizzazioni, strutturato per garantire prezzi più bassi in cambio di impegni rigidi. È un accordotriennale commitment-based: l’azienda si impegna a mantenere un numero minimo di licenze per tutta la durata — almeno 500 utenti o dispositivi per le realtà commerciali, 250 per quelle governative — e in cambio ottiene sconti significativi rispetto al listino. Ricordiamo però che dal 1° novembre 2025, Microsoft eliminerà i Price Level discounts per i servizi online acquistati tramite EA (e MPSA) quindi la situazione cambierà.

    L’EA è pensato per chi ha una base utenti stabile e vuole una copertura completa, sia per il cloud sia per il software on-premises, con incluso Software Assurance (attenzione però che Microsoft ha ritirato le offerte From SA per Microsoft 365 e Dynamics 365 dal 1 aprile 2024: si possono rinnovare, ma non estendere/aggiungere).  

    Il rovescio della medaglia? Durante l’anno si possono aumentare le licenze, non ridurle: la flessibilità è limitata, ma la prevedibilità dei costi e i vantaggi economici lo rendono ancora oggi la scelta preferita di molte enterprise. 
    Una variante più recente è il Microsoft Enterprise Agreement Subscription (EAS), che mantiene la stessa logica di impegno triennale dell’EA ma con un modello in abbonamento: i costi sono inferiori rispetto all’EA tradizionale ma alla fine del contratto le licenze non restano di proprietà dell’azienda. 
     

  • Microsoft Customer Agreement – Enterprise (MCA-E) 
    Il Microsoft Customer Agreement – Enterprise (MCA-E) è il contrattocloud-first pensato per le grandi organizzazioni (500+ utenti/dispositivi) che vogliono acquistare servizi Microsoft senza la rigidità dell’Enterprise Agreement tradizionale. Più flessibile nella gestione e nel billing, consente acquisti sia diretti sia tramite partner, con cicli di fatturazione moderni e integrazione nativa con Azure. 

 

Dal gennaio 2025, Microsoft inizierà a non rinnovare più alcuni contratti EA cloud diretti (ne abbiamo parlato anche qui), invitando i clienti interessati a migrare verso il Microsoft Customer Agreement – Enterprise (MCA-E), la versione “cloud-first” e più moderna dell’EA. 

La transizione, però, non è sempre vantaggiosa: l’EA offriva sconti volumetrici strutturati e una protezione prezzi su Azure per tre anni, benefici che con MCA-E possono venire meno, lasciando spazio a listini più volatili e a negoziazioni caso per caso, anche influenzate dal cambio valuta. Inoltre, MCA-E è un contrattoevergreen, senza scadenze fisse: meno occasioni formali per rivedere condizioni e prezzi, con il rischio di trascinarsi per anni in un modello poco ottimizzato. 

Con la rimozione dei Price Level discounts per i servizi online dal 1° novembre 2025, la direzione è inequivocabile: Microsoft sta riducendo i vantaggi storici dell’EA e spingendo sempre più clienti verso MCA-E e CSP, modelli dove la leva di sconto è minore e i prezzi sono sempre più allineati al listino pubblico. 

Approfondimento sulla struttura dei contratti EA

Almeno per quanto riguarda ivantaggi “enterprise-only– ma anche ivincoliche ne derivano – è fondamentale saper leggere e interpretare correttamente la struttura dei contrattiEnterprise Agreement (EA). Molti elementi che impattano budget, flessibilità e compliance si nascondono tra le clausole e i documenti che compongono l’accordo: dagli sconti volumetrici e la protezione prezzi alle restrizioni sulla riduzione delle licenze o alle regole ditrue-up. 
 
Per questo, facciamo un velocedeep divesulla struttura dell’EA e dei documenti che lo compongono, così da capire dove si annidano le condizioni chiave e come si intrecciano tra loro. 

La base legale di un EA è rappresentata dalMicrosoft Business & Services Agreement (MBSA), un documento “evergreen” che stabilisce i termini generali di business con Microsoft, dalla gestione della privacy alle procedure di audit, senza obblighi di acquisto specifici. 

Sotto l’ombrello del MBSA si colloca l’Enterprise Agreement, che definisce termini e condizioni specifici: durata, trasferibilità delle licenze, uso dei prodotti, inclusione della Software Assurance e le regole da rispettare in caso di fusioni o acquisizioni. 

Tuttavia, solo l’EA non basta per acquistare licenze: serve almeno un Enrollment, cioè il contratto operativo che definisce cosa si compra. Sono disponibili due principali tipi: 

  1. Enterprise Enrollment (EE) – per le licenze lato utente (es. Microsoft 365, Office, Windows). Include l’obbligo di abbonamento “organization-wide” a uno o più prodotti di base, prezzi dedicati, condizioni di pagamento, e il meccanismo di true-up annuale per adeguarsi alla crescita reale.  
  2. Server & Cloud Enrollment (SCE) – per infrastrutture server e servizi cloud (ad es. Windows Server, SQL, Azure). Anche qui si assume un impegno su un’installazione base, si applicano sconti volumetrici e condizioni flessibili per la migrazione al cloud. 

 

In sintesi: l’EA è una struttura multilivello in cui il MBSA definisce le regole generali, l’EA aggiunge condizioni specifiche e gli Enrollments determinano i prodotti effettivamente acquistati e governano le modalità operative. Conoscerla bene è la chiave per non perdere opportunità e vantaggi economici.

Una veloce panoramica sugli altri contratti Microsoft

Nel segmento corporate (50–500 utenti), invece i contratti più diffusi sono il Microsoft Customer Agreement (MCA), che non ha vincoli minimi di utenti, e il Microsoft Products and Services Agreement (MPSA), disponibile per organizzazioni con almeno 250 utenti/dispositivi. 

  • Microsoft Customer Agreement (MCA): simile a MCA-E ma senza i requisiti enterprise, è un contratto transactional adatto a chi acquista in modalità self-service o vuole affidare la gestione dei propri servizi cloud a un partner del programma Cloud Solution Provider (CSP) 
  • Microsoft Products and Services Agreement (MPSA): è un contratto transactionalper l’acquisto on-demand di licenze on-premises e cloud secondo necessità all’interno di un unico accordo senza scadenza, senza impegno minimo e con Software Assurance opzionale. È l’evoluzione del vecchio programma Select 

 

Nell’ambito PMI (piccole e medie imprese, tipicamente sotto i 50 utenti), i modelli più diffusi storicamente sono stati Microsoft Open — ormai in fase di dismissione — e il canale diretto. 

L’Open License, pur semplice e familiare per molti rivenditori, sta gradualmente sparendo dalle opzioni ufficiali: Microsoft spinge infatti verso modelli più moderni come Open Value o l’acquisto tramite CSP. Il canale diretto, invece, è usato soprattutto dalle micro-realtà o da chi vuole un rapporto immediato con Microsoft, ma non offre sconti di volume né condizioni di pagamento dilazionate. 

Il ruolo dei canali  

Quando si parla di contratti Microsoft, l’attenzione si concentra quasi sempre sul tipo di accordo — EA, MCA, MPSA — e sulle relative condizioni. 

C’è però una variabile altrettanto importante, spesso trascurata: il canale di acquisto. Anche con lo stesso contratto, il prezzo finale può variare sensibilmente a seconda di chi vi vende le licenze e di quanti passaggi ci sono tra voi e Microsoft. 

Un esempio è il programmaCloud Solution Provider (CSP): consente di acquistare licenze mensili o annuali tramite i partner Microsoft del programma CSP, con modalità di billing che definiscono se l’accordo è committed o transactional. Il partner funge da intermediario nella gestione delle licenze e può offrire servizi aggiuntivi (supporto, migrazioni, formazione). Questo modello garantisce massima flessibilità operativa, ma con prezzi che spesso risultano più alti rispetto a un Enterprise Agreement. 

Il motivo è semplice: ogni anello della catena commerciale — da Microsoft (quindi diretto) al Licensing Solution Provider (LSP), dai partner CSP con servizi aggiuntivi fino ai distributori e rivenditori locali — applica margini propri e aggiunge servizi che inevitabilmente si riflettono sul prezzo finale. 

Prendiamo un EA triennale per Microsoft 365 E3 con 1.000 utenti: se lo firmi direttamente con Microsoft, puoi stare su un prezzo di listino scontato (es. 33 € a utente al mese). Passando invece da un Licensing Solution Provider (LSP), il costo sale di un 3-5% per coprire margini e servizi extra. E se ti affidi a un rivenditore locale che compra a sua volta da un LSP o da un distributore, due passaggi di margini possono portarti a pagare anche 10-15% in più. 

L’impatto delle condizioni contrattuali 

Ogni scelta contrattuale con Microsoft — dal tipo di accordo al canale di acquisto, passando per il livello di impegno e le modalità di gestione — ha effetti concreti su quattro aree chiave: 

  • Costi – Ci sono diversi elementi che incidono in modo significativo sulla spesa annuale: sconti di volume legati alla tipologia di contratto, meccanismi di protezione prezzi, margini applicati dai partner lungo la catena di distribuzione e persino oscillazioni del cambio valuta. Questi fattori, combinati, possono far variare il budget complessivo anche di decine di migliaia di euro all’anno. Per questo è fondamentale avere una piena comprensione non solo della tipologia di contratto sottoscritta, ma anche di tutte le condizioni economiche e operative che lo accompagnano.

     

  • Flessibilità operativa – Strutture contrattuali articolate, come l’Enterprise Agreement con i suoi livelli ed enrollment, consentono di modellare la copertura in base alle esigenze aziendali, combinando cloud e on-premises e prevedendo scenari complessi come acquisizioni o espansioni internazionali. Questa flessibilità, però, richiede una pianificazione strategica per sfruttarne appieno i benefici, e lo stesso vale per qualsiasi contratto commitment-based. I modelli transactional, invece, permettono di scalare licenze quasi in tempo reale, gestendo con facilità picchi temporanei o nuovi progetti, ma a fronte di costi più elevati.

    Le condizioni contrattuali possono inoltre influire su aspetti pratici legati alla flessibilità operativa come la possibilità di aggiungere o rimuovere licenze in corso d’anno, gestire picchi temporanei di utilizzo, estendere rapidamente la copertura a nuove sedi o società acquisite, effettuare switchingtra SKU in base alle esigenze, favorire la migrazione graduale verso il cloud, o applicare downgrade e upgrade senza dover attendere la fine del contratto. Questi margini di manovra variano molto a seconda della struttura dell’accordo e possono fare la differenza tra un licensing agile e uno vincolante. 
     

  • Ottimizzazione – Le condizioni contrattuali possono aprire (o chiudere) spazi di manovra importanti. In base alla tipologia di accordo (enterprise-only o meno) e a ciò che è scritto in esso, è possibile accedere ad opportunità dirightsizing (true-up e possibilità di ridistribuire le licenze in base all’uso reale), a opzioni di consolidamento tra prodotti, tenant o affiliate per sfruttare economie di scala, a opzioni di license mobility per spostare carichi di lavoro tra on-premises e cloud senza costi aggiuntivi; ad insight avanzati sull’utilizzo per individuare licenze inutilizzate o sottoutilizzate per poter sfruttare le informazioni ottenute per condizioni più favorevoli nei rinnovi. 
     
  • Compliance – La tipologia di contratto influisce direttamente su come viene gestita la conformità, pur restando sempre responsabilità dell’azienda verificarla. Accordi strutturati come l’Enterprise Agreement prevedono audit periodici, rendicontazioni formali, clausole stringenti sugli audit e, in alcuni casi, grace period per correggere eventuali non conformità. Offrono processi di reporting e monitoraggio più centralizzati, che impongono una gestione ordinata e documentata.

    Modelli più snelli e decentralizzati come il CSP — soprattutto in modalità transactional — privilegiano flessibilità e rapidità operativa, ma richiedono controlli interni più rigorosi, una gestione autonoma del reporting e un monitoraggio continuo, poiché l’assenza di scadenze e audit programmati porta a individuare eventuali problemi solo a posteriori.  

 

In altre parole, scegliere il contratto più indicato significa bilanciare costi, flessibilità, possibilità di ottimizzazione e requisiti di compliance in base al proprio profilo aziendale e ai piani di crescita. 

In WEGG siamo consulenti esperti di licensing Microsoft, con una conoscenza approfondita delle condizioni contrattuali e delle diverse tipologie di accordo. Possiamo supportarti nella valutazione e nella scelta del modello più adatto per la gestione delle licenze, delle relative ottimizzazioni e nella negoziazione dei rinnovi. 

 

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